Cosa significa la parola Google e perché si chiama proprio così?

Devi cercare il nome di un sito ma non ricordi bene l’indirizzo. Dov’è il problema? Esiste Google! Basta digitare alcune parole chiave in questo motore di ricerca e, con un po’ di fortuna, lo si riuscirà a scovare. Ma Google non serve solo a trovare siti o fare ricerche in maniera statica in quest’oceano sconfinato di dati che chiamiamo World Wide Web:  Google è molto, molto, molto di più. Basti pensare a servizi come Google Earth o Google Mappe, che consentono di “esplorare” il mondo comodamente seduti a casa propria, oppure ai consigli nella ricerca che compaiono quando si comincia a digitare il nome di qualcosa che vogliamo trovare. Senza Google la nostra vita virtuale sarebbe davvero impossibile.
I fondatori di Google: Page e Brin
Google è nato il 27 settembre 1998 dal parto intellettuale delle menti geniali di Larry Page e Sergey Brin, all’epoca studenti dell’Università di Stanford. I 2 ragazzi studiarono attentamente la dinamica dei motori di ricerca e ne approfondirono gli aspetti essenzialmente matematici; erano infatti convinti che un’analisi matematica delle relazioni che intercorrono tra una pagina web e un’altra dovesse produrre ricerche più accurate di quelle prodotte dagli altri motori di ricerca allora preesistenti, e se consideriamo che oggi Google è in assoluto il sito più visitato al mondo, non si può certo negare che Page e Brin siano stati molto lungimiranti e ponderati.
A più di una persona, però, sarà capitato sicuramente di chiedersi: perché questo motore di ricerca ha un nome così bizzarro e incomprensibile? La risposta ha a che fare con la matematica.
Quando Page e Brin dovettero prendere una decisione riguardo al nome con cui battezzare la loro nuova creatura, immaginarono di assegnarle un nome che evocasse l’idea di una quantità abnorme di cose, una metafora della vastità, che nel contempo però non fosse infinita. Cercavano, insomma, un’iperbole, un’esagerazione che potesse racchiudere in un singolo nome il potere evocativo delle enormi potenzialità del motore di ricerca, e allora trassero ispirazione dal libro Matematica e Immaginazione, del matematico americano Edward Kasner. Quest’ultimo, nella sua opera, vuole far capire al lettore la differenza esistente tra un numero spaventosamente grande e l’infinito; a tal fine, considera come numero naturale la potenza di 10 con esponente 100, ossia dieci alla centesima, e su suggerimento del nipotino di 9 anni, lo chiama Googol.
Googol è un numero che la nostra mente umana riesce a concepire, ma faticosamente: è un 1 seguito da ben 100 zeri, un numero a dir poco illeggibile secondo i nomi dei numeri a cui siamo abituati. Serve tuttavia a ben poco, nella nostra quotidianità, per cui è un semplice esempio per farci capire che pensare a quantità che vanno ben oltre le nostre capacità non significa pensare a quantità infinite!
Una domanda però è lecita: se il numero in questione si chiama Googol ed è una metafora iperbolica scelta ad hoc dai due ragazzi, come mai il motore di ricerca non si chiama Googol ma Google? 
Quando fu effettuata la prima registrazione del dominio, si verificò un errore nella trascrizione del nome, forse per assonanza fonetica, visto che in lingua inglese la pronuncia del gruppo -ol finale di Googol è molto simile al gruppo -le di Google. Gli autori, però, decisero di non correggere l’errore, e oggi siamo tutti talmente affezionati a Google che forse quasi ci sembrerebbe “stonato” vederlo scritto nella sua forma corretta.

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