Cos’è il papiro?
Il papiro è una pianta il cui nome scientifico è Cyperus papyrus, che cresce in luoghi in cui è presente acqua in abbondanza e la temperatura dell’aria è calda.
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Lavorazione del papiro |
Il papiro in Egitto era (e lo è ancora) molto diffuso, ma anche in Italia lo si può trovare in particolare al Sud, in Sicilia, ed è famoso perché gli Egizi furono i pionieri della sua lavorazione per diversi impieghi, tra cui: calzature, imbarcazioni, corde e, soprattutto, fogli su cui scrivere per conservare e tramandare documenti, che consentirono l’abbandono delle incisioni sulle tavolette d’argilla e si diffusero rapidamente anche presso altri popoli per il grande successo che riscosse.
Come si lavora il papiro per ottenere carta su cui scrivere?
Per fabbricare i famosi fogli su cui scrivere in Egitto, si utilizzava solo il fusto della pianta. Si rimuoveva la corteccia esterna rigida, dopodiché si tagliavano lamine molto sottili del tenero midollo interno, che venivano sistemate l’una accanto all’altra, in strati alternati con orientamento perpendicolare. Gli strati così sistemati venivano battuti fino a trasformarli in fogli sottili, che venivano esposti al sole in modo che si essiccassero mentre la linfa della pianta agiva da collante.
I fogli venivano raschiati e levigati e si scriveva sopra con un inchiostro nero a base di fuliggine ed uno rosso a base di ocra, ottenendo documenti scritti su rotoli di cui il più lungo che finora si conosca misura oltre 40 metri di lunghezza!
E come faremmo a conoscere alcune delle più grandi conquiste matematiche degli Egizi se non attraverso dei papiri? Ben due papiri sono famosi per la grande ricchezza di formule e algoritmi matematici, ed hanno fatto luce sullo sviluppo della matematica egizia: il papiro di Ahmes (o di Rhind) ed il papiro di Mosca.
Ma parleremo in dettaglio di questi due importanti papiri nel prossimo post! Tenetevi aggiornati! ^__^