Il pesce blob: la nemesi dell’estetica animale
Gli animali, si sa, non sono tutti belli come un tenero micio, un simpatico cagnolone o una foca monaca, e nessuno penserebbe di certo di portare la propria tarantola ad un ipotetico concorso di bellezza per animali. Del resto, ormai noi umani rasentiamo l’assurdo: siamo diventati delle fashion-victims e anche i nostri cari animali devono essere belli da vedere e presentare. Li adorniamo di tutti i possibili oggetti, li vestiamo, li trucchiamo, pensando di farli sentire migliori, e non so se sono più ignari loro per quello che facciamo oppure noi per quanto siamo egocentrici.
Se quindi guardiamo una foto del pesce blob, non c’è niente da fare: a tutti, esteti e non, verrebbe da pensare di trovarsi di fronte al più brutto animale possibile. ^__^
In ogni caso, sappiamo benissimo che il criterio di scelta alla base della selezione naturale non è di certo quello estetico riferito al nostro punto di vista, per cui, belle o brutte che siano per noi, esistono specie animali veramente in grado di incuriosirci per il loro bizzarro aspetto e le insolite condizioni in cui vivono. Il pesce blob non fa assolutamente eccezione e, anzi, le sue peculiarità lo rendono memorabile.
Il pesce blob, il cui nome scientifico è Psychrolutes marcidus, è un pesce che appartiene all’ordine degli Scorpaeniformes, di cui fanno parte anche scorfani, pesci coccodrillo, ecc., e non è facile da incontrare perché vive ad elevate profondità marine al largo delle coste Australiane, dove la pressione esercitata dalla colonna d’acqua è decine e decine di volte superiore a quella presente a livello della superficie del mare.

Il pesce blob è una specie animale ad alto rischio di estinzione a causa dell’intensa attività di pesca con reti a strascico, per cui sarebbe opportuno, una volta tanto, difendere la bruttezza ^__^.