La “colla” mobile: le cellule della glia sono capaci di migrare

Un tempo erano note come “colla nervosa” o, in una sola parola, neuroglia. La parola glìa deriva dal greco e vuol dire, appunto, “colla”, perché quando nel 1891 Santiago Ramòn y Cajal ne scoprì l’esistenza nel sistema nervoso, diedero l’aspetto di una grande matassa giallastra ed immobile, che potesse servire soltanto a tenere “incollati” al proprio posto i neuroni. Prima di vedere perché oggi è ormai crollata quest’ipotesi, cerchiamo di capire cosa fanno le cellule della glia nell’ambito del sistema nervoso.
Per comodità di studio, siamo soliti suddividere il sistema nervoso umano in due parti: 
1) Sistema nervoso centrale (SNC): comprende encefalo e midollo spinale.
2) Sistema nervoso periferico (SNP): comprende l’insieme di tutte le strutture nervose che non sono encefalo nè midollo spinale (nervi, radici spinali, plessi, gangli, ecc.).
In realtà, le differenze tra SNC e SNP, al di là della distinta localizzazione, non sono molte, per cui prendiamo prima in considerazione le analogie.
Il tessuto nervoso, sia del SNC che del SNP, si presenta formato da due tipi fondamentali di cellule:
Neurone circondato da
cellule della glia
1) Neuroni: sono le cellule responsabili della trasmissione dei “messaggi”, gli impulsi nervosi di natura elettrica, grazie ai quali il sistema nervoso “comunica” attivamente con il resto del corpo.
2) Cellule della glia: questa categoria raggruppa cellule di forma e funzione anche molto varia, nell’ambito del tessuto nervoso: proteggono, nutrono, sostengono i neuroni, ed hanno un importante ruolo nell’accelerare la conduzione degli impulsi nervosi, rivestendo gli assoni dei neuroni con una sostanza chiamata mielina. Recenti studi stanno cercando di dimostrare l’ipotesi che esse possano anche svolgere un ruolo attivo nei processi di apprendimento e memorizzazione.
Oligodendrocita
Alcune cellule della glia rappresentano una delle poche caratteristiche che distinguono il SNC dal SNP, poiché quelle adibite all’accelerazione degli impulsi nervosi non sono le stesse in entrambi i sistemi: nel SNC la guaina di mielina è fornita da cellule chiamate oligodendrociti, ciascuna delle quali è capace di avviluppare più neuroni; nel SNP ci sono invece le cellule di Schwann, molto più numerose perché ciascuna di esse riveste solo un breve tratto degli assoni dei neuroni, per cui ne sono indispensabili molte per ogni  neurone per garantire l’efficienza della conduzione di impulsi.
Neurone circondato da
cellule di Schwann
Normalmente, non si osservano movimenti di una certa rilevanza tra cellule gliali appartenenti al SNC e al SNP, ma da uno studio condotto dal Prof. B. Appel dell’Università del Colorado a Denver, è emerso che gli oligodendrociti possono spostarsi verso il SNP per rimpiazzare cellule gliali morte. Infatti, dopo aver privato alcuni embrioni di pesce zebra dei geni responsabili del regolare sviluppo delle cellule di Schwann, il Prof. Appel ha potuto constatare un’effettiva migrazione di oligodendrociti verso il SNP, utilizzando come “binari” i motoneuroni. 
Sembra così finalmente dimostrata l’ipotesi che le cellule gliali siano messaggeri importanti nell’ambito dei processi interni al tessuto nervoso.

2 pensieri riguardo “La “colla” mobile: le cellule della glia sono capaci di migrare

  • Ottobre 20, 2010 in 7:01 am
    Permalink

    Molto interessante! In quale Journal é stato pubblicato questo lavoro?

    Rispondi
  • Ottobre 20, 2010 in 7:13 am
    Permalink

    Sì, davvero molto interessante per la ricerca!
    L'articolo è stato pubblicato nel numero di dicembre 2009 sul Journal of Neuroscience.
    Se ti servono altre info fammi sapere! 😉

    Rispondi

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