La “strategia ritardante” dei batteri: aiutare il nemico per preparare un’invasione migliore

Neisseria gonorrhoeae
Neisseria gonorrhoeae è il nome scientifico del batterio responsabile della gonorrea, nota patologia venerea. Esso trascorre gran parte del tempo sulla superficie esterna della pelle dell’organismo ospite, penetrando attraverso la pelle soltanto negli stadi finali dell’infezione.
Una recente ricerca, condotta dal dott. Jan Peter Boettcher del Max-Planck-Institut fur Infektionsbiologie di Berlino, ha evidenziato un insolito ed interessante comportamento messo in atto da questo batterio nelle fasi che precedono la penetrazione attraverso la pelle. 
Contrariamente a quanto si è sempre creduto, sembra che questi batteri non abbiano alcuna fretta ad invadere l’ospite; anzi, se accidentalmente le cellule epiteliali dell’ospite inglobano cellule batteriche prima che sia arrivato “il momento giusto”, queste non sopravvivono, perché “non sono ancora del tutto pronte”. Infatti…
In verde e rosso filamenti di
citoscheletri di cellule
…a ulteriore conferma di ciò sta la prova trovata dal team di ricerca: i batteri di questa specie, dopo essersi attaccati alle cellule epiteliali dell’ospite, attirano una proteina, chiamata caveolina-1 e prodotta normalmente dalle cellule dell’ospite, in modo che vada ad aderire alla superficie interna della membrana plasmatica delle cellule stesse. Tale proteina, dopo essersi agganciata, innesca una reazione a catena di reazioni biochimiche, che conducono, alla fine, ad un irrobustimento del citoscheletro, “l’impalcatura proteica” che funge da scheletro e conferisce forma alle cellule degli eucarioti (gli organismi che non sono batteri, in parole povere). Quest’effetto sarebbe da considerare un beneficio per l’ospite, poiché il suo citoscheletro si rafforza, impedendo la penetrazione dei batteri esterni, ma in realtà è soltanto una strategia che il batterio mette in atto per tergiversare, prendendo la dose di tempo adatta ad esprimere i geni che gli consentiranno di essere pronto ad invadere l’ospite, risultando così non più impreparato all’invasione.

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