L’olfatto delle piante, parte I: attrazione fatale

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Cuscuta pentagona su stelo di pianta di pomodoro |
Cuscuta pentagona è una pianta molto curiosa: non è di colore verde ma arancione, perché la capacità di assorbire i nutrienti affondando le sue appendici (austori) da parassita nello stelo della pianta di pomodoro, le consente il lusso di non svolgere la fotosintesi e, quindi, di non avere foglie. Essa, inoltre, sin dai primi momenti della crescita, tasta il suolo in cerca di cibo arricciando le sue estremità, proprio come facciamo noi con le dita delle mani, ma finché essa non incontra una pianta di pomodoro, non si nutre. In letteratura sono documentati esperimenti condotti sulla cuscuta, proprio per analizzarne questa capacità, ed è stato dimostrato che essa non cresce né accanto a piante finte, né accanto a vasi vuoti, né accanto a piante differenti da quella di pomodoro. Qui sotto potete osservare un video che mostra Cuscuta pentagona in azione su una piantina di pomodoro.
La ricercatrice Consuelo De Moraes della Pennsylvania State University, per verificare se e quanto nel parassitismo della cuscuta potessero essere coinvolti gli odori, ha allestito diverse tipologie di esperimenti. In uno di essi un germoglio di cuscuta era racchiuso in una scatola al buio, collegata attraverso un tubicino ad un’altra scatola, contenente una piantina di pomodoro, in modo che potesse passare l’aria: gli austori della cuscuta sono cresciuti tutte le volte in direzione della piantina di pomodoro, suggerendo che l’aria potesse fungere da mezzo di diffusione di qualche sostanza attraente.
In un’altra tipologia di esperimenti il germoglio di cuscuta veniva posto in prossimità di 2 tamponi di cotone imbevuti ciascuno con una miscela diversa: la prima conteneva un estratto di pomodoro, mentre la seconda solventi usati per conferire il sapore e l’aroma di pomodoro ad alcuni alimenti. Anche in questo caso Cuscuta è cresciuta senza esitazione verso la prima miscela. In un ultimo set di esperimenti, si è visto che la pianta di cuscuta, oltre a prediligere il pomodoro, trova sgradevole il grano, al punto tale che la sua vicinanza ne impedisce la crescita. Se si fa crescere un germoglio di cuscuta in un vaso equidistante da uno di pomodoro e l’altro di grano, la cuscuta opta sempre per il pomodoro, e un esperimento analogo è stato fatto con tamponi imbevuti sia di estratto di pomodoro che di grano, con analogo risultato. Verrebbe da chiedersi perché proprio il grano e non anche altre piante, ma la risposta sta nel fatto che entrambe le piante producono beta-mircene, una molecola che anche da sola può stimolare la cuscuta a crescere verso di sé. Perché dunque la cuscuta non sceglie mai il grano?
Un’ipotesi interessante sostiene che in realtà non basta un unico “odore” ad attirare la cuscuta, bensì un insieme di composti che, in maniera sinergica, rappresentano un’irresistibile fragranza, proprio come noi siamo attirati dai tanti profumi di un bellissimo luogo naturale. Il pomodoro, infatti, oltre a produrre il beta-mircene, secerne anche altri 2 composti chimici volatili che attirano la cuscuta; il grano, al contrario, oltre al beta-mircene, produce il (Z)-3-esenil-acetato, che la cuscuta detesta più di quanto sia attratta dal beta-mircene.
Se dunque la capacità di recepire i messaggi legati a delle molecole specifiche può favorire una pianta parassita di un’altra specie vegetale nel raggiungere il suo obiettivo, nel prossimo post vedremo come la stessa capacità possa invece rivelarsi utile nell’instaurazione di una vera e propria collaborazione di squadra nell’ambito di individui della stessa specie. Volendo essere poetici per un attimo, potremmo definirla altruismo vegetale, anche se chiaramente tutt’altro che intenzionale o consapevole :-).