Mimetismo… al chiaro di luna!

Abbiamo già avuto modo di constatare come i molluschi cefalopodi – il gruppo di molluschi a cui appartengono polpi, calamari, seppie e nautilo – sappiano mettere in atto magistrali strategie di mimetismo. Un altro esempio di mollusco che affascina per la sua tanto insolita quanto efficace strategia mimetica è senz’altro il “calamaro Bobtail”, noto scientificamente come Sepiola atlantica.

Sepiola atlantica, come ci suggerisce il nome del genere stesso, è un calamaro un po’ particolare, in quanto ha delle caratteristiche anatomiche che lo riconducono ora ad una seppia, ora ad un calamaro: possiede un mantello più tondeggiante di quello di una seppia, ma non ha il cosiddetto “osso di seppia”, e la tendenza all’alleggerimento della conchiglia è tipico più dei calamari che delle seppie. Per le sue peculiarità e per la difficoltà di stabilire efficacemente la condizione tassonomica del calamaro di Bobtail, si è deciso addirittura di rappresentare questa specie (ed altre affini) in un ordine a parte, l’ordine Sepiolida, che insieme all’ordine Teuthida (calamari propriamente detti) e Sepiida (seppie propriamente dette) forma la triade dei principali gruppi di Decapodi, i molluschi cefalopodi che possiedono otto braccia e due tentacoli.
Cos’ha di particolare Sepiola atlantica, oltre alle “rogne tassonomiche” causate in chi lo studia? ^__^
E’ un autentico maestro in forme di mimetismo tanto insolite quanto efficaci. Sepiola atlantica di giorno vive semisepolto nella sabbia, ricoprendosi pazientemente di granelli di sabbia grazie all’azione di due braccia, nel tentativo di mimetizzarsi col fondale. 

Questo cefalopode, però, sa mettere in atto anche un’altra forma di mimetismo, molto più sofisticata e complessa: una strategia… “brillante”! Esso instaura infatti una simbiosi particolare con una specie di batteri bioluminescenti, Vibrio fischeri, che vive nella parte ventrale del mantello del mollusco. Essi consentono all’animale di essere bioluminescente, soprattutto di notte, nella parte ventrale, emettendo una luce molto simile al chiarore lunare, per cui un potenziale predatore che si trova al di sotto dell’animale, può non accorgersi della presenza del mollusco perché quest’ultimo non proietta ombra e la luce che emette non contrasta con la luminosità presente nell’ambiente circostante.
Possiamo vedere questa magistrale forma di mimetismo nel video sotto:

La simbiosi tra Sepiola atlantica e Vibrio fischeri è di tipo mutualistico, in quanto il mollusco offre protezione ai batteri ospitandoli nel suo corpo e contribuisce anche al loro nutrimento trasferendogli una soluzione a base di zuccheri e aminoacidi, mentre il batterio favorisce la sopravvivenza del mollusco grazie a questo particolare fenomeno di bioluminescenza. I batteri, in particolare, vivono all’interno di un vero e proprio organo della luce, somigliante ad un occhio, che possiede una lente per diffondere la luce emessa dai batteri ed un tessuto riflettente che dirige la luce in direzione ventrale!
Bisogna tuttavia aggiungere che i batteri non vivono costantemente all’interno dell’animale: sul sorgere dell’alba di ogni giorno il 90% dei batteri viene espulso in acqua dal calamaro, e i batteri rimanenti si riproducono in modo tale che la notte l’animale sia nuovamente pronto.

Un pensiero su “Mimetismo… al chiaro di luna!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

WhatsApp
Telegram
Pinterest
Pinterest
fb-share-icon
LinkedIn
LinkedIn
Share
RSS
Ricevi post via email