Perché nella nostra tradizione il 17 porta sfortuna?

Sappiamo tutti che, nella nostra tradizione, il 17 è un numero evitato da tutti, perché si dice che “porti sfortuna.” Può essere però interessante chiedersi da dove derivi questa superstizione, perché ha a che fare con un sistema numerico a noi familiare, ossia quello romano, che, come ben sappiamo, utilizza come cifre alcune lettere.
Gran parte degli studiosi concorda nel ritenere che la superstizione sia nata nell’antica Roma, poiché era radicata la consuetudine di incidere sulle pietre funerarie la parola “VIXI“, che in latino significa “sono vissuto”. Da uno dei possibili anagrammi di VIXI, sarebbe venuto fuori XVII, che nel sistema numerico romano indica il numero 17, il quale si sarebbe diffuso sino a diventare tristemente noto e “marchiato a fuoco” come numero sfortunato: il numero della morte.
Sistema numerico romano
Oltre a quest’ipotesi, tuttavia, ne esiste un’altra, che gode di maggior credito presso gli studiosi, che attribuirebbe  in realtà la superstizione ad una battaglia che interessò i Romani: la battaglia della Foresta di Teutoburgo, disputata tra l’esercito romano, guidato da Publio Quintilio Varo, e una coalizione di tribù germaniche comandate da Arminio, capo dei Cherusci.
La battaglia terminò con una delle sconfitte più gravi per i Romani, in cui furono sterminate tre intere legioni: la numero XVII, la XVIII e la XIX. Dopo un evento così tragico, si decise di considerare come sfortunati i numeri 17, 18 e 19, e pertanto non furono più attribuiti questi numeri ad altre nuove unità militari. Col passare del tempo, inoltre, la tradizione avrebbe ricordato con maggiore evidenza il 17, a scapito del 18 e 19, forse perché ricordare i primi oggetti di un “elenco mnemonico” si tramandano più facilmente, e quindi sarebbe diventato il cosiddetto “numero della sfortuna.”

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