I pipistrelli: l’effetto Andrea Doria ed altre affascinanti curiosità

Abbiamo già parlato in passato di pipistrelli su questo blog, da alcuni luoghi comuni che li riguardano fino ad arrivare al sofisticato sonar del rossetto egiziano. C’è tuttavia ben altro di interessante da sapere su questi affascinanti animali, che potrebbe renderli molto più gradevoli agli occhi di chi spesso li denigra a causa del loro aspetto solo apparentemente minaccioso e, soprattutto, per la pubblicità negativa ereditata dal successo letterario e cinematografico del ben noto conte Vlad.
Partiamo da ciò che meglio si conosce sul loro comportamento: l’ecolocalizzazione. Questo meccanismo, scoperto da Donald Griffin, consiste nell’emissione di ultrasuoni, onde che vengono poi riflesse nell’urto dagli oggetti presenti nell’ambiente in cui i pipistrelli si muovono. A seconda della distanza a cui si trovano gli oggetti, le onde impiegano un lasso di tempo variabile per urtarli e poi tornare indietro ai grandi padiglioni auricolari dei pipistrelli, che fungono da ricevitori e casse di risonanza utili a fornire a questi animali una vera e propria mappa del mondo che li circonda.
Griffin, per i suoi esperimenti, aveva bisogno di studiare un gran numero di pipistrelli e, a tal scopo, collocava una rete molto fine all’ingresso di una loro grotta-dormitorio. Quando i pipistrelli tornavano dalle loro battute di caccia notturne, puntualmente restavano intrappolati nella rete tesa da Griffin, con una facilità poco compatibile col loro raffinatissimo sistema di ecolocalizzazione. 
Donald Griffin

Griffin elaborò una prima ipotesi: forse i pipistrelli, conoscendo ormai benissimo la posizione della loro tana, non avevano più bisogno di ecoscandagliare l’area?

L’ipotesi si rivelò infondata, dal momento che gli studi evidenziarono che i pipistrelli attivavano ugualmente il loro sistema di orientamento. Piuttosto, Griffin scoprì che i pipistrelli erano talmente abituati alla posizione della loro tana, da “non badare più” al loro sistema di orientamento. In parole povere, i pipistrelli hanno un’intelligenza tale da potersi concedere il “lusso della distrazione” :-), proprio come noi. La scoperta di quest’aspetto dei pipistrelli spinse lo stesso Griffin a battezzare questo comportamento con il nome di “effetto Andrea Doria”, dal nome del transatlantico italiano che si scontrò con la nave svedese Stockholm, nonostante fosse attivo a bordo uno dei sistemi radar migliori dell’epoca.
I pipistrelli possiedono anche tante altre doti, tra cui uno spiccato altruismo e una raffinata intelligenza. 
Il vampiro Desmodus rotundus

L’altruismo dei pipistrelli è stato documentato non solo nei confronti dei loro parenti più stretti, ma anche verso pipistrelli non strettamente parenti. Ad esempio si è osservato che nella specie del vampiro Desmodus rotundus, gli individui che si sono rimpinzati di sangue hanno l’abitudine di rigurgitarne una parte nella bocca di altri membri della popolazione, indipendentemente dal fatto che siano loro parenti prossimi o meno. In particolare, però, è stato osservato e dimostrato che i membri si riconoscono tutti tra loro e che il rigurgito è mirato – in modo quasi meritocratico – verso gli individui che a loro volta si sono mostrati altruisti. Si tratta quindi di una forma di altruismo reciproco.
I pipistrelli sono anche animali dalla spiccata capacità di apprendimento sociale, ossia sono in grado di apprendere gli uni dagli altri determinate abitudini, anziché farlo “per tentativi ed errori”.
Una ricerca condotta sul pipistrello pallido (Antrozous pallidus) ed altre specie che vivono nella sua stessa area ha evidenziato che possono esserci pipistrelli “maestri” ed “apprendisti” nell’individuazione di fonti di cibo. I pipistrelli “maestri” sono quelli già addestrati ad individuare una fonte di cibo, che localizzano emettendo una frequenza particolare di ultrasuoni; i pipistrelli “apprendisti”, volando insieme ai “maestri”, imparano ad abbinare gli ultrasuoni emessi dai “maestri” con l’individuazione della fonte di cibo, e la catturano con un successo ben più alto dei pipistrelli che non volano con i “maestri”, costretti quindi a farlo “per tentativi ed errori”.
Sbagliando s’impara, ma resta pur sempre vero che l’unione fa la forza!

Fonte: Mainardi D., Nella mente degli animali. Mondadori, 2007.

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