I pipistrelli: l’effetto Andrea Doria ed altre affascinanti curiosità
Partiamo da ciò che meglio si conosce sul loro comportamento: l’ecolocalizzazione. Questo meccanismo, scoperto da Donald Griffin, consiste nell’emissione di ultrasuoni, onde che vengono poi riflesse nell’urto dagli oggetti presenti nell’ambiente in cui i pipistrelli si muovono. A seconda della distanza a cui si trovano gli oggetti, le onde impiegano un lasso di tempo variabile per urtarli e poi tornare indietro ai grandi padiglioni auricolari dei pipistrelli, che fungono da ricevitori e casse di risonanza utili a fornire a questi animali una vera e propria mappa del mondo che li circonda.
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Donald Griffin |
Griffin elaborò una prima ipotesi: forse i pipistrelli, conoscendo ormai benissimo la posizione della loro tana, non avevano più bisogno di ecoscandagliare l’area?
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Il vampiro Desmodus rotundus |
L’altruismo dei pipistrelli è stato documentato non solo nei confronti dei loro parenti più stretti, ma anche verso pipistrelli non strettamente parenti. Ad esempio si è osservato che nella specie del vampiro Desmodus rotundus, gli individui che si sono rimpinzati di sangue hanno l’abitudine di rigurgitarne una parte nella bocca di altri membri della popolazione, indipendentemente dal fatto che siano loro parenti prossimi o meno. In particolare, però, è stato osservato e dimostrato che i membri si riconoscono tutti tra loro e che il rigurgito è mirato – in modo quasi meritocratico – verso gli individui che a loro volta si sono mostrati altruisti. Si tratta quindi di una forma di altruismo reciproco.
I pipistrelli sono anche animali dalla spiccata capacità di apprendimento sociale, ossia sono in grado di apprendere gli uni dagli altri determinate abitudini, anziché farlo “per tentativi ed errori”.
Una ricerca condotta sul pipistrello pallido (Antrozous pallidus) ed altre specie che vivono nella sua stessa area ha evidenziato che possono esserci pipistrelli “maestri” ed “apprendisti” nell’individuazione di fonti di cibo. I pipistrelli “maestri” sono quelli già addestrati ad individuare una fonte di cibo, che localizzano emettendo una frequenza particolare di ultrasuoni; i pipistrelli “apprendisti”, volando insieme ai “maestri”, imparano ad abbinare gli ultrasuoni emessi dai “maestri” con l’individuazione della fonte di cibo, e la catturano con un successo ben più alto dei pipistrelli che non volano con i “maestri”, costretti quindi a farlo “per tentativi ed errori”.
Sbagliando s’impara, ma resta pur sempre vero che l’unione fa la forza!
Fonte: Mainardi D., Nella mente degli animali. Mondadori, 2007.