Quando limitare alcune gravi malattie può essere questione… “di naso”

Ancora una volta la Drosophila melanogaster (moscerino della frutta) è al centro di una nuova importante scoperta, pubblicata sull’autorevole rivista Genetics. Il biologo molecolare Carson Miller della Yale University ed il suo team di ricerca sono riusciti a comprendere il meccanismo che governa l’attivazione e la disattivazione dei geni che regolano la capacità del moscerino della frutta di percepire gli odori, e che sono attivi nelle cellule nervose olfattive del moscerino.
Drosophila melanogaster
Gli scienziati sono riusciti a riprodurre artificialmente dei geni simili a quelli presenti nel moscerino, in modo tale da poterne studiare attentamente il funzionamento, e stanno ora puntando l’attenzione sulla produzione di una classe di molecole capaci di disattivare questo gruppo di geni.
Ci si potrebbe chiedere il senso di uno studio del genere: perché mai si dovrebbe attribuire tanta importanza all’olfatto di un insetto? E che vantaggio avremmo noi umani attuando una manipolazione apparentemente insignificante come questa? 
Sicuramente non bisogna dimenticare che per gli insetti l’olfatto è un senso importante – ma non il meglio sviluppato – ai fini della percezione della presenza di un altro vivente, preda o predatore che sia. Se si riuscisse a creare una famiglia di molecole in grado di silenziare selettivamente l’olfatto di alcune specie di insetti che trasmettono pericolose malattie, si potrebbe cominciare almeno a concepire l’idea di vedere ridotta l’entità e la diffusione di malattie infettive che oggi sono delle vere e proprie piaghe per l’umanità.
Ora la strada verso questo tipo di indagine è spianata, ma una buona dose di prudenza al riguardo non è mai troppo, soprattutto alla luce dell’imprevedibilità di eventuali effetti collaterali e delle pressioni selettive che un’azione del genere potrebbe innescare.
Essere almeno fiduciosi nella scienza, però, non è mai stato un peccato…

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