Quante informazioni può memorizzare il nostro cervello?

Riguardo a questa domanda, sulla quale probabilmente sarà capitato un po’ a tutti di riflettere, esistono due scuole di pensiero fondamentali: 
1) Il nostro cervello è paragonabile alla memoria di un PC, per cui, giunto ad incamerare la massima quantità possibile di informazioni e parole, ad un certo punto sarebbe costretto a “fare spazio”, ossia eliminare del materiale per ospitarne di nuovo, secondo le capacità individuali di ogni persona. Tale ipotesi sarebbe supportata dal fatto che, nel corso della nostra vita, è vero che apprendiamo nuove cose, ma molte di quelle imparate in passato le dimentichiamo.
La nostra mente come un PC

2) Al contrario, più informazioni e parole conosciamo, più facilmente ne incameriamo altre. Quest’ipotesi sembra oggi quella più accreditata, tant’è vero che, secondo dati statistici di un certo rilievo, da uno studio condotto sulle persone che parlano fluentemente più di una lingua, sembra che più lingue si conoscono e più facilmente se ne apprendono di nuove! I poliglotti sembrano infatti particolarmente ricettivi  nell’apprendimento di informazioni nuove e sembrano più “elastici” nelle associazioni mentali. Ciò è probabilmente in accordo con l’ipotesi che la quantità di informazioni e ricordi che immagazziniamo nel nostro cervello dipende dal numero di “connessioni nervose” – teoricamente infinite – che si stabiliscono col tempo tra i neuroni, le quali sembrano a loro volta stimolate ad insorgere, con meccanismi non ancora del tutto chiariti, in maniera direttamente proporzionale alla quantità di informazioni che ogni giorno ci apprestiamo a memorizzare. Da recenti studi sembra anche che i ricordi vengano fissati nel nostro cervello  sotto forma di “circuiti neuronali”, che tendono a mantenersi finché sono stimolati dalla rievocazione dell’informazione corrispondente. 

Questa seconda ipotesi attualmente gode di maggiore credito rispetto alla prima, se oltre alle considerazioni fatte si pensa anche che le possibili connessioni (sinapsi) che si possono instaurare tra i neuroni sono teoricamente infinite! Se consideriamo inoltre che il cervello è suddiviso in aree che regolano aspetti diversi quali personalità, pensiero, emozioni, movimenti, ecc, e che la nostra capacità di apprendere è anche veicolata dal nostro trasporto emotivo e dalla nostra esperienza, non possiamo non concludere affermando che le potenzialità del nostro cervello, rispetto a quelle di un PC, sono notevolmente maggiori e, soprattutto, “strizzano di più l’occhio” all’imprevedibilità.

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