Un fungo contro la malaria

Vi ricordate della zanzara OGM antimalaria? Ne avevo parlato un po’ di tempo fa in un post, perché si tratta di una nuova frontiera che l’uomo intende raggiungere per combattere questa patologia che ogni anno conta circa 250 milioni di persone infette, localizzate principalmente nell’Africa sub-Sahariana.

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Blatta invasa da M. anisopliae |
Le cellule di un fungo, dal nome scientifico Metarhizium anisopliae, se spruzzate sulle zanzare anofele, sono capaci di uccidere le zanzare in un lasso di tempo di circa 2 settimane. Tale metodo però correrebbe il rischio di diventare un nuovo insetticida presto obsoleto, perché il plasmodio impiega dai 12 ai 14 giorni per maturare nella sua forma infettiva all’interno delle zanzare, per cui, seppure si spruzzassero le spore del fungo nello stesso giorno in cui una zanzara contrae il plasmodio (il protozoo responsabile della malaria), quest’ultimo potrebbe essere comunque diffuso prima che il fungo uccida la zanzara. Per ovviare a quest’inconveniente, il dott. Leger ed i suoi colleghi hanno cercato di trovare una prima soluzione modificando geneticamente il fungo in modo da rendere più rapida la morte delle zanzare, ma in ogni caso, a lungo andare, ci sarebbero come al solito gli esemplari di zanzara più resistenti al fungo, che si selezionerebbero ben presto rispetto ai meno resistenti e saremmo di nuovo punto e a capo.

Il successo di questa strategia risiede anche in un aspetto importante: il tempo che impiega il fungo geneticamente modificato per uccidere le zanzare è superiore a quello impiegato dal fungo non geneticamente modificato. Sembrerebbe uno svantaggio, ma in realtà esso, per potersi sviluppare, deve entrare in competizione col plasmodio sottraendo nutrienti al corpo della zanzara, così da potersi riprodurre maggiormente e a scapito del protozoo, e nel contempo lascia un intervallo di tempo più ampio alla zanzara per potersi riprodurre, così da non limitare variabilità di individui. Se il fungo uccidesse in fretta la zanzara, bloccherebbe sì il plasmodio, ma lascerebbe meno tempo alle zanzare per riprodursi e nell’arco di pochi anni resterebbero in vita solo le zanzare più resistenti, rendendo vano il lavoro.
L’approccio presenta tuttavia anche svantaggi legali (si tratta pur sempre di OGM…) ed applicativi (il costo per ricoprire le superfici di spore fungine non è di certo basso), ma Leger è pronto ad investire risorse ed energie nel superamento di tali barriere.
C’è tuttavia da chiedersi se, prima o poi, non possa affermarsi qualche esemplare di plasmodio resistente al meccanismo suddetto…
Fang, W., Vega-Rodriguez, J., Ghosh, A., Jacobs-Lorena, M., Kang, A., & St. Leger, R. (2011). Development of Transgenic Fungi That Kill Human Malaria Parasites in Mosquitoes Science, 331 (6020), 1074-1077 DOI: 10.1126/science.1199115