Vita sulla Terra: da consumarsi preferibilmente entro 1,75 miliardi di anni
Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Astrobiology da un team dell’Università dell’East Anglia, che è riuscito ad elaborare un modello matematico in grado di stimare il tempo in cui un pianeta rimane nell’ambito della “zona di abitabilità”, sfruttando i dati provenienti dai modelli sull’evoluzione stellare, ed hanno dedotto che Marte, ad esempio, si troverà nella zona di abitabilità quando ormai la vita sulla Terra avrà cominciato il suo inesorabile declino verso l’estinzione totale delle specie viventi. I ricercatori hanno applicato questo modello anche ad altri pianeti, cosiddetti extrasolari, ossia orbitanti intorno a stelle distinte dal nostro Sole, ed hanno scoperto che il periodo in cui un pianeta resta nella zona di abitabilità è, in gran parte dei casi finora analizzati, inversamente proporzionale alle dimensioni della stella intorno a cui ruota: questo significa che, in parole povere, più grande è la stella, minore è il tempo che il pianeta trascorre in condizioni abitabili.
Tale studio è fondamentale per l’esobiologia – la scienza che cerca forme di vita nello spazio – perché affinché su un pianeta possa comparire ed affermarsi qualche forma di vita, è necessario del tempo, e se il tempo affinché compaiano forme di vita è connesso alla durata del “tempo abitabile”, a sua volta legato alle dimensioni stellari, l’equazione di Drake potrebbe vedere la comparsa di nuove interessanti variabili.
Rushby AJ, Claire MW, Osborn H, & Watson AJ (2013). Habitable zone lifetimes of exoplanets around main sequence stars. Astrobiology, 13 (9), 833-49 PMID: 24047111